Sabato, tre mie colleghe ed io, abbiamo inaugurato a Genova, il Centro Eliodoro, uno spazio dedicato alla psicologia, il benessere, la cultura.
In occasione di questo evento, Monica Maini, psicologa, psicoterapeuta esperta di rapporti di coppia, ha proposto un tema che ha catturato l'attenzione dei presenti, offrendo alcuni spunti di riflessione sulle modalità della scelta del partner, ma anche una possibilità di conoscere meglio se stessi attraverso una
riflessione sulla coppia e sulle relazioni che tendiamo ad imbastire.
Le
domande su cui la dott.ssa ha posto l'attenzione sono queste:
“Perché
ho scelto proprio questa persona come partner?”.
“Perché
mi capita facilmente di rimanere attratto da uomini o donne che hanno
caratteristiche simili?”.
E
ancora, “Perché questo accade anche quando l’unione non mi rende
felice, ma mi fa soffrire?”.
Le
risposte a tali questioni, dice Monica Maini, sono essenzialmente due:
" 1 Mi
attrae facilmente chi possiede dei tratti di personalità
apparentemente opposti ai miei, ma che (attenzione!) in realtà mi
appartengono, solo che non riesco a manifestarli. Per farvi capire
meglio, la nostra personalità è sfaccettata, è costituita da
aspetti maggioritari (che corrispondono agli aggettivi che
utilizziamo noi stessi per descriverci e che gli altri usano per
rappresentarci) e da altri minoritari (di cui siamo per nulla o poco
consapevoli). Faccio un esempio: capita tantissime volte che una
persona accomodante scelga un compagno/a che esprime quei lati
aggressivi che lei non riesce a tirar fuori. Quindi, è facile che
scelga una persona a me complementare attraverso la quale posso
manifestare questo mio lato caratteriale che nel tempo ho represso,
ho riposto nell’inconscio: scegliendo un partner che rispecchi i
lati minoritari del mio carattere mantengo un legame con gli aspetti
“perduti” del sè. Il partner rappresenterebbe, dunque, uno
specchio degli aspetti della mia personalità repressi.
2 Ognuno
di noi cerca di riproporre nel rapporto con l’altro lo schema
relazionale su cui si fondava il rapporto con i suoi genitori.
Si potrebbe dire, come afferma Dicks nel libro "Tensioni coniugali (2009)", che all’interno di un’unione
tendo a perpetuare una vecchia battaglia, ma con un nuovo nemico,
nel senso che l’altro rievoca in noi una figura significativa del
passato."
La collega parla poi di idealizzazione, affermando che in fase di innamoramento non siamo lucidi e tendiamo a
idealizzare l’altro, attribuendogli delle caratteristiche x noi
ideali che però nel tempo si frantumano…perché frutto della
nostra fantasia….mentre noi ci relazioniamo con persone in carne ed
ossa, uniche nel loro essere e con una propria individualità.
Da qui, la domanda successiva è:
“Che succede quando l’idealizzazione termina?”.
Due sono le ipotesi proposte durante l'intervento:
“Molte
tensioni e incomprensioni tra coniugi sembrano nascere dalla
disillusione provata e vissuta con rancore da uno o ambedue i
coniugi, quando l’altro non assolve al ruolo di sposo secondo un
modello o figura preconcetti del loro mondo fantasmatico” Dicks.
Ancora
Dicks prosegue, dando luogo ad altre due ipotesi:
1 “Le
tensioni tra i coniugi possono nascere dalla delusione nel constatare
che alla fine il coniuge espleta il ruolo coniugale alla maniera
della figura genitoriale frustrante, somiglianza che durante il
corteggiamento era stata negata”.
2 “Un
soggetto può perseguitare nel proprio sposo tendenze che avevano in
origine suscitato attrazione, essendo stato il coniuge percepito
inconsciamente come simbolo di aspetti «perduti» perché repressi
della propria personalità”.
E
Dicks, proprio in questo libro, fa tantissimi esempi clinici in cui
risulta chiaro che quello che più odiamo nel partner è ciò che più
reprimiamo dentro di noi e quanto più inconsciamente reprimiamo
queste parti di noi, tanto più detestiamo l’altro che le mostra.
Interessante. Non trovate?
Per informazioni, curiosità, consulenze e varie, potete contattare la Dott.ssa Monica Maini a questo indirizzo: maini@ordinepsicologiliguria.it
La Dott.ssa riceve su appuntamento presso il Centro Eliodoro in Corso Torino 7/5 scala sinistra, Genova.
Foto: http://vitadadonna.com
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