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domenica 9 febbraio 2014

La scelta del partner. Alla ricerca del sè perduto?

Sabato, tre mie colleghe ed io, abbiamo inaugurato a Genova, il Centro Eliodoro, uno spazio dedicato alla psicologia, il benessere, la cultura. 
In occasione di questo evento, Monica Maini, psicologa, psicoterapeuta esperta di rapporti di coppia, ha proposto un tema che ha catturato l'attenzione dei presenti, offrendo alcuni spunti di riflessione sulle modalità della scelta del partner, ma anche una possibilità di conoscere meglio se stessi attraverso una riflessione sulla coppia e sulle relazioni che tendiamo ad imbastire.
Le domande su cui la dott.ssa ha posto l'attenzione sono queste:  
“Perché ho scelto proprio questa persona come partner?”.
 
“Perché mi capita facilmente di rimanere attratto da uomini o donne che hanno caratteristiche simili?”.
E ancora, “Perché questo accade anche quando l’unione non mi rende felice, ma mi fa soffrire?”.
 
Le risposte a tali questioni, dice Monica Maini, sono essenzialmente due:


" 1 Mi attrae facilmente chi possiede dei tratti di personalità apparentemente opposti ai miei, ma che (attenzione!) in realtà mi appartengono, solo che non riesco a manifestarli. Per farvi capire meglio, la nostra personalità è sfaccettata, è costituita da aspetti maggioritari (che corrispondono agli aggettivi che utilizziamo noi stessi per descriverci e che gli altri usano per rappresentarci) e da altri minoritari (di cui siamo per nulla o poco consapevoli). Faccio un esempio: capita tantissime volte che una persona accomodante scelga un compagno/a che esprime quei lati aggressivi che lei non riesce a tirar fuori. Quindi, è facile che scelga una persona a me complementare attraverso la quale posso manifestare questo mio lato caratteriale che nel tempo ho represso, ho riposto nell’inconscio: scegliendo un partner che rispecchi i lati minoritari del mio carattere mantengo un legame con gli aspetti “perduti” del sè. Il partner rappresenterebbe, dunque, uno specchio degli aspetti della mia personalità repressi.
 
2 Ognuno di noi cerca di riproporre nel rapporto con l’altro lo schema relazionale su cui si fondava il rapporto con i suoi genitori. Si potrebbe dire, come afferma Dicks nel libro "Tensioni coniugali (2009)", che all’interno di un’unione tendo a perpetuare una vecchia battaglia, ma con un nuovo nemico, nel senso che l’altro rievoca in noi una figura significativa del passato."

La collega parla poi di idealizzazione, affermando che in fase di innamoramento non siamo lucidi e tendiamo a idealizzare l’altro, attribuendogli delle caratteristiche x noi ideali che però nel tempo si frantumano…perché frutto della nostra fantasia….mentre noi ci relazioniamo con persone in carne ed ossa, uniche nel loro essere e con una propria individualità.

Da qui, la domanda successiva è:

“Che succede quando l’idealizzazione termina?”.


Due sono le ipotesi proposte durante l'intervento:

Molte tensioni e incomprensioni tra coniugi sembrano nascere dalla disillusione provata e vissuta con rancore da uno o ambedue i coniugi, quando l’altro non assolve al ruolo di sposo secondo un modello o figura preconcetti del loro mondo fantasmatico” Dicks.


Ancora Dicks prosegue, dando luogo ad altre due ipotesi:

1 “Le tensioni tra i coniugi possono nascere dalla delusione nel constatare che alla fine il coniuge espleta il ruolo coniugale alla maniera della figura genitoriale frustrante, somiglianza che durante il corteggiamento era stata negata”.

2 “Un soggetto può perseguitare nel proprio sposo tendenze che avevano in origine suscitato attrazione, essendo stato il coniuge percepito inconsciamente come simbolo di aspetti «perduti» perché repressi della propria personalità”.
E Dicks, proprio in questo libro, fa tantissimi esempi clinici in cui risulta chiaro che quello che più odiamo nel partner è ciò che più reprimiamo dentro di noi e quanto più inconsciamente reprimiamo queste parti di noi, tanto più detestiamo l’altro che le mostra.
 
Interessante. Non trovate?
 
Per informazioni, curiosità, consulenze e varie, potete contattare la Dott.ssa Monica Maini a questo indirizzo: maini@ordinepsicologiliguria.it 
 
La Dott.ssa riceve su appuntamento presso il Centro Eliodoro in Corso Torino 7/5 scala sinistra, Genova.
 

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