Io viaggerei in continuazione!
Sono appena tornata dalla Francia e già ripartirei....ovunque, a caso, purchè possa essere libera di scoprire nuovi territori, vedere panorami vari, assaporare odori e sapori, provare quella frizzante sensazione legata al non sapere cosa farò il giorno dopo, dove dormirò, dove sarò, chi conoscerò....
Viaggiare è una passione che mi stuzzica ogni giorno, non so bene perchè, ma è così. Non sono l'unica, diverse persone amano muoversi, girare, andare in vacanza, viaggiare. Ognuno a modo suo, seguendo le proprie esigenze.
Ma perchè le persone sentono questa motivazione a viaggiare?Perchè per molti, come me per esempio, il viaggio diventa una vera e propria esigenza?
I motivi che spingono le persone a farsi turiste sono molteplici: ci sono soggetti alla ricerca del riposo e del relax, altri che sono alla ricerca della trasgressione, altri ancora che vogliono evadere dalla frenetica routine quotidiana fonte di stress.
Ci sono poi persone che, in vacanza, vogliono stringere nuovi legami o consolidare quelli gia' esistenti, altre che invece cercano l'isolamento o la realizzazione di particolari desideri (ad esempio la ricerca di avventure sessuali).
Il turismo, e lo spostamento in generale, puo' quindi essere rappresentato, dal punto di vista psicologico, proprio in base alle motivazioni al movimento.
La motivazione e' un concetto molto ampio che comprende l'intenzione, ma anche altri fattori; essa infatti consiste in forze, bisogni, atteggiamenti dell'individuo, e' dunque interna, dinamica e in evoluzione continua.
Fra le principali "forze" motivazionali che spingono a viaggiare vi sono quelle fisiologiche, che riguardano il corpo, la salute, lo sport; quelle di fuga, che portano l'individuo ad evadere dalla routine della stressante vita d'ogni giorno; quelle interpersonali, che considerano ad esempio le attivita' di contatto sociale con altre persone; quelle psicologiche, che rispondono a vari bisogni interni della persona (relax, tranquillita', svago, ecc..); quelle culturali, che scaturiscono dal desiderio di visitare luoghi d'interesse storico o artistico.
Ma ce ne sono tante altre: abbiamo infatti variabili di status, quando il viaggio conferisce prestigio o porta a frequentare persone di classe simile o piu' elevata; variabili esplorative, che derivano dal bisogno di escursioni avventurose o passeggiate; variabili ambientali, che portano a visitare un luogo per la sua bellezza o particolarita'.
Gli studi sulla motivazione al turismo sono derivati, in genere, dall'applicazione delle piu' importanti ed influenti teorie psicologiche all'ambito di studio turistico.
La principale teoria motivazionale, cioe' quella di Maslow (1943), basata su una classificazione gerarchica dei bisogni (si va dai bisogni fisiologici ai bisogni di sicurezza, si passa poi a quelli affettivi, di stima e prestigio, per arrivare, infine, ai bisogni piu' elevati di autorealizzazione), e' stata una delle prime teorie psicologiche prese in considerazione in ambito turistico.
Questo modello rende infatti possibile la combinazione delle motivazioni biologiche con quelle piu' propriamente sociali e accetta il fatto che siano numerose le motivazioni che muovono le persone.
Anche la prospettiva dell'interazionismo simbolico (Goffman, 1969) e' stata utilizzata per cercare di spiegare il comportamento in vacanza e la motivazione turistica.
Secondo questa teoria un aspetto fondamentale del comportamento, quindi anche quello turistico, e' che l'individuo e le sue azioni sono situate in un contesto sociale e vengono influenzati dalle relazioni con gli altri.
Ogni azione e' appresa attraverso simboli e significati creati ed impiegati dal tipo di societa' nella quale l'individuo vive, che vengono trasmessi attraverso le interazioni.
Ogni comportamento, a seconda delle relazioni con gli altri, puo' essere spiegato in modo differente.
In base al sistema di simboli posseduti dal soggetto un comportamento puo' essere interpretato e definito come comportamento turistico o meno.
Secondo le applicazioni di questa teoria, le immagini e i simboli posseduti dall'individuo sono fondamentali nell'interpretazione del contesto e nel motivare la persona ad intraprendere o no un viaggio.
In base al modo in cui viene classificato l'ambiente, vengono anche modificati i comportamenti e le motivazioni del soggetto.
Il processo di socializzazione e creazione di significato diventa allora, in questo contesto, fondamentale ed e' particolarmente influenzato dalle interazioni che avvengono nel corso dell'infanzia con i gruppi primari, soprattutto all'interno della famiglia.
In definitiva, secondo gli Interazionisti Simbolici, sul comportamento turistico e sulla motivazione al turismo influiscono fortemente i processi di socializzazione e di interazione con le altre persone o con particolari oggetti ricchi di significato per l'individuo.
Molti studi hanno cercato di chiarire due concetti emersi riguardo alle motivazioni al turismo, quelli che riguardano i cosiddetti fattori di spinta e i fattori di attrazione.
In genere, i fattori di spinta riguardano le motivazioni socio-psicologiche e possono spiegare la voglia di vacanza, mentre quelli di attrazione sono legati a motivazioni di tipo culturale e sono utili nello spiegare la scelta del luogo in cui andare in vacanza.
Questi due fattori agiscono influenzandosi l'uno con l'altro costantemente.
Riguardo ai fattori di spinta, la principale motivazione al viaggiare sembra essere il "desiderio di fuga".
Dann (1977), esaminando i fattori di spinta, ha collegato la motivazione al viaggio ai concetti socio-psicologici di "anomia" e di "innalzamento dell'io".
Il potenziale turista vive immerso in una societa' in cui le norme non regolano piu' l'interagire in modo pacifico e non conflittuale, ma vengono continuamente trasgredite, una societa' anomica appunto.
Questa situazione di anomia puo' motivare l'individuo ad intraprendere un viaggio, spinto dal desiderio di allontanarsi dalla societa' in cui vive e dalla vita quotidiana.
Alla base ci sarebbe un bisogno di amore e di affetto, che non potendosi esprimere all'interno della societa' nella quale si vive, viene ricercato nel viaggio, il quale offre appunto l'opportunita' di realizzare questi bisogni.
Al concetto di anomia e' legato quello di "innalzamento dell'io", che puo' essere definito come "ricerca di riconoscimento", di un miglioramento in termini di status che si ottiene attraverso il viaggio.
Le motivazioni culturali principali, derivate dai fattori di attrazione, sono invece collegate al luogo scelto per la vacanza. Crompton (1979) le divide in motivazioni alla novita' e motivazioni all'educazione.
Le motivazioni alla novita' riguardano la ricerca di esperienze nuove, di avventura, del diverso.
Le motivazioni all'educazione, invece, riguardano i viaggi fatti per incrementare le conoscenze dell'individuo, il cosiddetto turismo di tipo culturale.
In pratica, secondo il modello di Crompton, la scelta turistica deriva da una situazione di squilibrio soggettivo a cui l'individuo cerca di porre rimedio recandosi in una localita' di vacanza.
I fattori di spinta e quelli d'attrazione non sono tuttavia da intendersi come rigidamente separati, sono piuttosto aspetti che possono essere contemporaneamente presenti ed interagenti nel motivare un individuo.
Crompton ha anche descritto ben sette tipi di motivazioni socio-psicologiche che spingono ad intraprendere un viaggio e che sono:
- evasione dall'ambiente di vita quotidiano e abituale,
- esplorazione e valutazione di se stessi,
- rilassamento fisico e mentale,
- prestigio,
- regressione a forme di comportamento infantili o adolescenziali,
- miglioramento e rafforzamento delle relazioni familiari e di amicizia,
- facilitazione delle interazioni sociali.
Ci sono anche delle analisi della motivazione al turismo che sviluppano ed elaborano modelli rifacendosi a paradigmi disciplinari come la Psicoanalisi (Grinstein, 1955) o l'Antropologia (Nash, 1981).
Secondo questi punti di vista, il turismo viene considerato sostanzialmente come una cerimonia collettiva, ricorrente e organizzata, alla quale la maggior parte dei soggetti partecipa senza avere piena consapevolezza del suo significato autentico e profondo.
Le teorie e gli studiosi di derivazione psicoanalitica hanno individuato nella scelta di viaggiare un mezzo per la soddisfazione di tutta una serie di bisogni e di tensioni inconsce.
Il viaggio e' allora considerato come una forma di regressione che porta all'appagamento libidico di svariate pulsioni e desideri infantili repressi.
Fra gli sviluppi e le teorizzazioni piu' recenti, un punto di vista importante e sintetico e' stato proposto da Mannell e Iso-Ahola (1987) che, occupandosi del comportamento ricreativo, quindi anche quello turistico, hanno affermato come esso sia vincolato a due tipi di forze che agiscono contemporaneamente:
la fuga dall'ambiente e dalla routine quotidiana, che spinge ad evadere e ad allontanarsi dai problemi e dallo stress quotidiano;
la ricerca di ricompense psicologiche, che spinge alla ricerca di gratifiche sia a livello individuale che sociale.
Ancor piu' recente e' la posizione di Dall'Ara (1990), secondo cui le motivazioni al turismo possono raggrupparsi in tre distinte aree:
- quella del se'
- quella dell'altro da se'
- quella del dentro di se'.
Le motivazioni riguardanti l'altro da se' comprendono le vacanze in cui vi e' la ricerca della trasgressione e dell'alterita'.
Le motivazioni riguardanti il dentro di se' portano a viaggi che hanno l'obiettivo di riscoprire il senso della vita e l'interiorita', avvengono spesso in luoghi lontani e poco frequentati.
....quante cose interessanti!
Fonte: www.humantrainer.com/psicologia-del-lavoro/motivazione-turismo.html
Foto: www.google.it
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