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mercoledì 26 febbraio 2020

Permaloso io??


Chi non conosce la risata è suscettibile di conoscere la sofferenza, che è di gran lunga più complessa.” 
-Javier Marías-

Permaloso deriva dal latino “per male”, ossia che prende male ogni cosa o si offende.
Il vocabolario Treccani alla voce permaloso dà la seguente definizione: persona facile a offendersi, che si risente e s’indispettisce di atti e parole che altri non considererebbero offensivi (e che per lo più non sono tali nelle intenzioni).
Chi è permaloso infatti si risente facilmente, ha spesso un desiderio eccessivo di essere approvato ed è facilmente suscettibile. Non è facile avere a che fare con qualcuno che si offende per tutto, i permalosi stessi hanno vita difficile, spesso si trovano a sperimentare sofferenza il più delle volte inutile e spesso controproducente perchè ostacola le relazioni interpersonali.

Perché esiste gente che si offende per qualsiasi cosa?

Il sentimento di offesa si presenta quando percepiamo che gli altri ci stanno trattando con disprezzo e inferiorità, ma anche quando non ci riconoscono come individui o non riconoscono ciò che facciamo. Si tratta probabilmente di atteggiamenti offensivi ma, pur essendo situazioni che si verificano tutti i giorni e prive di reale importanza, per alcune persone queste situazioni risultano intollerabili. Non lasciano correre. 
La suscettibilità può essere alimentata da diversi fattori. Eccone alcuni:

martedì 10 settembre 2019

Laboratorio di terapia fotografica

Un laboratorio in cui la fotografia diventa strumento per approfondire la conoscenza del sé e promuovere il cambiamento.

Un gruppo in cui imparare a guardare e a guardarsi per scoprire e percepire con nuovi occhi noi stessi, gli altri e ciò che ci circonda.
La macchina fotografica è il mezzo per mettere a fuoco ciò che per fretta, distrazione o desuetudine ci sfugge nella quotidianità, permettendoci di vedere quel che incontriamo ed è intorno a noi, che è sempre stato lì, a portata d’occhio e non siamo mai riusciti a vedere prima.
Come per incanto, come se ci togliessimo i paraocchi, lo scopriremo come se fosse la prima volta. L’obbiettivo ci condurrà ad osservare minuziosamente i particolari, permettendoci di coglierli poi anche nella visione d’insieme donandogli un maggior valore.
C’è un mondo di immagini da scoprire fuori e dentro di noi che diventa fondamentale cogliere, perchè ognuna ci porta un messaggio e/o una notizia.
Le immagini ci aiutano a riconoscere le emozioni che provocano in noi, come fossero fotogrammi di una pellicola, attraverso un viaggio all’interno e al di fuori di sé, permettendoci di migliorare la formazione e conoscenza dell’individuo.

Condotto da: Veronica Ombra fotografa freelance Marilena Vettorello Psicologa

Psicoterapeuta.

Il laboratorio partirà mercoledì 30/10/2019 in orario da definirsi con i partecipanti.

Si svolgerà in 6 incontri a cadenza settimanale della durata di 1 ora e mezza.

Presso “Eliodoro.Psicologia, Benessere e Cultura APS” in C.so Torino 7/5 scala sx a Genova

Per info e iscrizioni contattare il 3486624862 oppure scrivere a veronica.ombra@libero.it

domenica 28 aprile 2019

Gli adolescenti e la passione per la musica


Gli adolescenti amano ascoltare musica, si sa.
L’Osservatorio sulle Tendenze e Comportamenti degli Adolescenti ha svolto un lavoro di ricerca in tutta Italia con circa 7000 adolescenti di età compresa tra i 13 e i 19 anni da cui è emerso che addirittura il 98,5% di loro ascolta musica regolarmente!

Come mai questa passione naturale per la musica coglie praticamente tutti gli adolescenti?

La musica è spesso il codice che prediligono per comunicare con gli altri e con se stessi perchè la melodia è portatrice di emozioni,  amplifica ciò che sentiamo dentro e ci permette di comunicarlo. Inoltre i testi contengono molteplici messaggi: se abbiamo una cosa da dire e non troviamo le parole, proviamo a cercarle all'interno di un testo di una canzone, troveremo di certo ciò che fa al caso nostro.
E così i ragazzi ripongono nella musica, speranze, sogni, desideri, paure.

Ascoltare musica poi, genera dei grandi benefici sul cervello in quanto comporta il rilascio della dopamina, un neuromediatore che suscita il piacere. I ragazzi, in quell'età così incerta, non si sentono nè carne nè pesce, hanno bisogno di sentirsi vivi, sono quasi come drogati di musica per restare a galla nel loro mondo fatto di incertezze, giudizi, doveri, sorprese, emozioni forti.
Proprio perchè non sanno bene chi sono, hanno un grande bisogno di identificarsi, perciò per loro è importante scegliere un genere musicale da seguire ed amare.
Infatti, solo il 39% sente un po’ di tutto, mentre il restante 61% sceglie un genere ben definito da ascoltare ( 23% ascolta rap, 21% hip hop e il 13,4% pop).

Gli adolescenti sono molto attratti dalla musica anche perchè essa ha un grande potere calmante e perfino catartico, di purificazione…una grande agitazione interiore al termine della quale, però, ci sentiamo come liberati e sereni, rappresentando in modo simbolico, come un oggetto di fronte a noi, e in definitiva come in uno specchio, le angosce e le pulsioni più estreme con le quali da sempre gli esseri umani si sono confrontati.

Peccato che, nonostante tutto questo interesse degli adolescenti per la musica solo il 25% di loro la vive attraverso gli strumenti musicali. Il sociologo Figarotti, in merito a ciò, afferma che gli adolescenti non "vivono" la musica ma la "abitano": ci entrano senza conoscere l’ambiente e tutto ciò che lo circonda e ne escono quando fa loro più comodo. 
Ragazzi, vi invito a conoscere la musica!Provate a suonare uno strumento, siate curiosi, mettetevi in gioco, non siate fruitori passivi!
Imparare a suonare uno strumento ha molteplici effetti sulla persona: migliora le capacità cognitive, logico-matematiche e rende più intelligenti, migliora le capacità organizzative, allevia lo stress, migliora l’autostima e allontana la timidezza, promuove la socializzazione e l’armonia con gli altri.

Quale strumento vi piacerebbe imparare a suonare?Avanti, ce ne sono molti tra cui scegliere!


lunedì 29 ottobre 2018

Risvolti psicologici di Halloween

La notte del 31 ottobre festeggeremo Halloween: una festa pagana che da diversi anni è arrivata anche qui in Italia. 

Grandi e piccini si travestiranno con costumi spaventosi, disgustosi e terrificanti.

Come ogni festa popolare, anche Halloween ha un significato culturale e uno psicologico; in realtà, i festeggiamenti per la notte di Halloween servono all’essere umano per esorcizzare la paura della morte: da un punto vista psicologico, travestirsi in maniera paurosa nella notte di Halloween serve per “prendere in giro” la tanto temuta morte. 
Aldilà delle maschere paurose, la festa ha un significato positivo, in quanto ricorda, sia ai grandi che ai piccoli, che la morte non è una dimensione opposta alla vita ma è un risvolto della vita stessa ed è fondamentale che il suo tema vada affrontato.


Secondo Gratton, l'indossare un maschera non è solo fonte di intrattenimento, ma anche un mezzo di fuga dallo stress, dalle responsabilità e dall'invadenza della tecnologia.
Secondo Foster, Halloween è un'occasione per vestirsi come la persona che si vorrebbe essere o, al contrario, come qualcuno che si detesta e quindi si vorrebbe prendere in giro. Mascherarsi, però, non è solo un modo per fuggire, emulare o schernire. 
Quando si sceglie un costume, si realizza una fantasia. 
Le nostre scelte riguardo al costume parlano di noi. Si cerca di mostrare agli altri una parte del proprio sé e probabilmente si sceglie una parte di sé che normalmente è poco visibile.
Gli scenari terribili evocati da Halloween sono profondamente affascinanti. Ragni giganti, zombie, streghe e mummie e tutti gli orrori nascosti nel buio impegnano antichi meccanismi evolutivi e di sopravvivenza dell’uomo. Sembra quasi che ci sia una sorta d’innamoramento verso l’emozione che provoca uno spavento e Halloween fornisce un’abbondanza di tutti questi sentimenti. I film horror, i mostri, e l’iconografia di Halloween hanno culturalmente successo perché si collegano bene agli adattamenti evolutivi e biologici dell’uomo (Clasen, Mathias 2012).Sappiamo che l’esistenza dei nostri antenati preistorici era precaria. 
La minaccia di predazione è stata reale e molto seria per milioni di anni. 
L’antropologa Lynn A. Isbell ha dimostrato, che il nostro genoma è stato profondamente plasmato dalla paura che abbiamo provato per tutti quegli esseri viventi per noi minacciosi e mortali come ad esempio insetti velenosi e serpenti: la minaccia rappresentata da ragni velenosi in ambiente preistorico ha lasciato un’impronta a otto zampe nel DNA umano, un’impronta che si esprime come tendenza di acquisire facilmente la paura dei ragni o una vera e propria aracnofobia.  Quando abbiamo un brivido per mostri soprannaturali e ragni giganti, ci stiamo emozionando per i fantasmi del passato, pericoli che persistono nel sistema nervoso centrale umano.
Naturalmente i costumi spaventosi e gli oggetti di scena di Halloween sono simbolici e non presentano una reale minaccia; forniscono emozioni sicure, di piacere per il gioco, il passatempo e lo stare insieme. 
Altra cosa importante, i  bambini amano giocare con gli spettri e giocare a scappare dal mostro, gli stimoli spaventosi li divertono, chiaramente se li accompagniamo.  La fase della vita che più è dedita a cambiamenti e personali mostruosità, l’adolescenza, non a caso resta il target preferito dell’horror. I ragazzi si sentono spesso terribili e i film rispecchiano la loro paura interiore, mentre il gruppo li contiene e resistere alla visione di un film spaventoso li fa sentire meglio.
In conclusione, per mille e mille motivi ancora, non mi resta che augurare a tutti: 
"Buon Halloween!!"

giovedì 6 settembre 2018

Il bernoccolo della musica

di Riccardo Bisesti 

Musicoterapista


Le capacità musicali sono estremamente variabili da persona a persona, così come sono varie le parti del cervello che le comandano. 
Immaginiamo ad esempio di essere a un concerto: il nostro cervello, oltre a dover riconoscere i suoni, si trova ad analizzare gli stimoli visivi che ci circondano e a distinguere gli stimoli tattili che causano la vibrazione del nostro corpo. 

Così anche i musicisti muovendo dita braccia e piedi e anche soffiando mettono a massimo regime di attività il cervello. In altri termini devono mettere all'opera tutta una serie di processi cerebrali che permettono l'astrazione. 
La propensione per la musica è una componente genetica che, sollecitata attraverso l'esercizio e la dedizione permette di sviluppare notevolmente l'intelligenza.
Un gruppo di ricercatori di Heindelberg in particolare ha visto che rispetto al resto della popolazione i musicisti hanno generalmente una quantità di materia grigia maggiore in una parte della corteccia uditiva che si chiama "giro di Heschl". 
Come dicevamo le capacità musicali sono variabili: esistono persone che non capiscono la musica, ma ci sono anche chi ha capacità superiori alla norma. 
Si narra che un ragazzo di 14 anni dopo aver ascoltato il Miserere sia riuscito a trascriverla tutta dopo solo un ascolto.....ma quel bambino si chiamava Wolfgang Amadeus Mozart e non aveva bisogno di copiare da un pezzo di carta...:)

La musica sta saldando il proprio debito con gli scienziati, proprio in virtù della sua complessità, sta diventando sempre di più uno strumento per la comprensione dei meccanismi di funzionamento del cervello. 
Oliver Sacks nel suo libro scrive:
"a volte la normale immaginazione musicale varca un limite e diventa, per così dire, patologica, come quando un particolare frammento di musica si ripete senza sosta, a volte in modo esasperante, per giorni e giorni. Queste ripetizioni - spesso si tratta di una frase o di un tema ben definiti di tre o quattro battute – possono continuare a girare nella mente per ore o giorni, prima di svanire. Questa incessante ripetizione e il fatto che tale musica possa essere del tutto fuori luogo o banale, per nulla gradita o addirittura odiosa, indica un processo coercitivo; suggerisce insomma che la musica sia penetrata in una parte del cervello e l'abbia sequestrata costringendola a scaricare in modo autonomo e ripetitivo come può accadere nel caso dei tic o crisi epilettica".

Music is playing inside my head over and over and over again..... there's no end (Carole King) 


In ogni caso è importante riconoscere che, sebbene ci sia chi è più portato per la musica e chi meno, essa appartiene a tutti quanti. La Musica così ineffabile ci accompagna tutta la nostra vita da quando nasciamo fino al momento di lasciare questo mondo...influenzandoci con il suo modo trasparente cristallino che fa parte della natura e della nostra natura, penso che non ci sia un suono o rumore che non abbia un senso. La musica è un veicolo per le emozioni e sapere che può aiutarci a scoprire qualcosa di noi è meraviglioso. 

E come diceva Elvis Presley: 
<< Io non so niente di musica, nel mio campo puoi farne  a meno>>.

Contatti: imemine@email.it  324 993 6273

martedì 4 luglio 2017

Quando l'orgoglio è un valore...

Si è da poco svolto a Genova il Liguria Pride, manifestazione che va aldilà della sola difesa dei diritti LGBT: un’occasione per tutti di essere se stessi, rivendicando libertà e pari dignità.
Pride. 
E' la parola che mi balena per la mente dal giorno in cui ho aderito alla manifestazione.

E' quella qualità, quel valore che ti permette di non vergognarti di ciò che sei, pensi, di come agisci. Dunque è fondamentale in ognuno di noi, va curato, coccolato e alimentato lungo il nostro personale percorso di vita.

Orgoglio” è una parola che riesce ad esprimere concetti molto diversi. Può indicare una stima esagerata di sé, della propria condizione sociale, un'eccessiva valutazione dei propri meriti, per cui ci si sente in tutto superiori agli altri. Può anche significare consapevolezza delle proprie doti o anche soddisfazione, fierezza di qualcuno o di qualche cosa che sia motivo di vanto ed onore.

lunedì 31 ottobre 2016

Cibo ed emozioni

Cibo ed emozioni

Esiste uno stretto rapporto tra cibo ed emozioni.


Il cibo, ad esempio, è sempre il protagonista delle nostre di festa, ha il compito di esaltare la gioia di quei momenti. 

Talvolta un alimento può evocarci ricordi personali, oppure gustare un piatto che amiamo può farci provare gioia.

Può capitare anche che si mangi dalla noia, dalla rabbia o si perda l'appetito dalla tristezza.

Il rapporto con il cibo, quindi, coinvolge gli impulsi più istintivi e vitali della vita affettiva.

Ci sono alcune basi anatomiche e fisiologiche in grado di spiegare la stretta relazione che intercorre tra l’atto di alimentarsi ed il provare emozioni.

giovedì 1 settembre 2016

Eventi gratuiti per la Settimana del Benessere a Genova

Il Centro Eliodoro propone una settimana per partecipare a seminari, corsi di yoga, meditare, dedicarsi a se stessi, allentare l'eventuale stress accumulato, tutto in un ambiente accogliente e confortevole.

Potrete prenotare una consulenza gratuita con le psicologhe o con la nutrizionista (la consulenza non prevede il rilascio di diete) del centro.

Inoltre sarà possibile visitare la mostra fotografica "LiberaMente" di Veronica Laura Ombra.

La "Settimana del benessere" si svolgerà da
sabato 17 settembre a domenica 25 settembre
in Corso Torino 7/5 scala sinistra a Genova.


Le iniziative sono completamente gratuite con obbligo di prenotazione.

Per informazioni o prenotazioni scriveteci a info@centroeliodoro.it oppure contattate direttamente il professionista responsabile dell'evento a cui desiderate partecipare.

Qui di seguito il programma nel dettaglio.

Incontri gratuiti Genova