di Riccardo Bisesti
Musicoterapista
Le capacità musicali sono estremamente variabili da persona a persona, così come sono varie le parti del cervello che le comandano.
Immaginiamo ad esempio di essere a un concerto: il nostro cervello,
oltre a dover riconoscere i suoni, si trova ad analizzare gli stimoli visivi che ci
circondano e a distinguere gli stimoli tattili che causano la vibrazione del nostro corpo.
Così anche i musicisti muovendo dita braccia e piedi e anche soffiando mettono a
massimo regime di attività il cervello. In altri termini devono mettere all'opera tutta una serie di processi
cerebrali che permettono l'astrazione.
La propensione per la musica è una componente genetica che, sollecitata attraverso l'esercizio e la dedizione permette di sviluppare notevolmente l'intelligenza.
Un gruppo di ricercatori di Heindelberg in particolare ha visto che rispetto al resto della popolazione i musicisti hanno generalmente una quantità di materia grigia maggiore in una parte della
corteccia uditiva che si chiama "giro di Heschl".
Come dicevamo le capacità
musicali sono variabili: esistono persone che non capiscono la musica, ma ci sono anche
chi ha capacità superiori alla norma.
Si narra che un ragazzo di 14 anni dopo aver
ascoltato il Miserere sia riuscito a trascriverla tutta dopo solo un ascolto.....ma quel
bambino si chiamava Wolfgang Amadeus Mozart e non aveva bisogno di copiare da un
pezzo di carta...:)
La musica sta saldando il proprio debito con gli scienziati, proprio in virtù della sua
complessità, sta diventando sempre di più uno strumento per la comprensione dei
meccanismi di funzionamento del cervello.
Oliver Sacks nel suo libro scrive:
"a volte la normale immaginazione musicale varca un
limite e diventa, per così dire, patologica, come quando un particolare frammento di
musica si ripete senza sosta, a volte in modo esasperante, per giorni e giorni. Queste
ripetizioni - spesso si tratta di una frase o di un tema ben definiti di tre o quattro battute
– possono continuare a girare nella mente per ore o giorni, prima di svanire. Questa
incessante ripetizione e il fatto che tale musica possa essere del tutto fuori luogo o
banale, per nulla gradita o addirittura odiosa, indica un processo coercitivo; suggerisce
insomma che la musica sia penetrata in una parte del cervello e l'abbia sequestrata
costringendola a scaricare in modo autonomo e ripetitivo come può accadere nel caso
dei tic o crisi epilettica".
Music is playing inside my head
over and over and over again.....
there's no end (Carole King)
In ogni caso è importante riconoscere che, sebbene ci sia chi è più portato per la musica e chi meno, essa appartiene a tutti quanti. La Musica così ineffabile ci accompagna tutta la nostra vita da quando nasciamo fino al
momento di lasciare questo mondo...influenzandoci con il suo modo trasparente
cristallino che fa parte della natura e della nostra natura, penso che non ci sia un suono o
rumore che non abbia un senso. La musica è un veicolo per le emozioni e sapere che può
aiutarci a scoprire qualcosa di noi è meraviglioso.
E come diceva Elvis Presley:
<< Io non so niente di musica, nel mio campo puoi farne a meno>>.
Contatti: imemine@email.it 324 993 6273
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