In questo momento tanto delicato ogni emozione è lecita, è permesso ogni tipo di pensiero: è sano il fatto che il mondo interiore di una persona la quale si accinge a diventare genitore sia in movimento, assuma diverse forme, presenti impensabili sfaccettature.
Tuttavia
non sempre ciò viene vissuto dall'uomo con serenità: esso si chiede
ad esempio se sarà un buon padre, osserva la sua compagna parlare
del loro bambino con un'intensità ed un'emozione che può non
riconoscersi e chiedersi cosa ci sia di sbagliato in lui, perché non
ami suo figlio come lo ama lei. Sono domande legittime, ma
generalmente non nascondono una difficoltà del padre ad affezionarsi
al proprio figlio che sta arrivando, sono solo il frutto di un
processo che percorre strade differenti in tempi differenti rispetto
alla donna.
Proprio ora, che il nascituro è ancora nel grembo materno, è il momento giusto per fare chiarezza dentro di sè, aumentare la
propria autoconsapevolezza e successivamente rendere partecipe la
propria compagna di ciò che è emerso dalla propria esplorazione.
Ci si prepara a sostenere principalmente tre grandi cambiamenti:
nel rapporto con se stessi vanno emergendo nuove responsabilità. D'ora in poi non si crescerà più solo per se stessi ma lo si dovrà fare anche "nel nome del figlio". Questa nuova e piccola vita dipenderà totalmente da noi.
Il rapporto di coppia da diadico diviene triadico. Lo spazio relazionale si arricchisce di un "terzo" che determina l'assunzione di un nuovo ruolo da parte dei due partner: quello di padre e quello di madre. Il rapporto tra i due diverrà più articolato e complesso nella consapevolezza che l'equilibrio tra i due ruoli non deve mai vacillare (né i confini sfumare). E' importante che entrambe i genitori sappiano interagire con il proprio figlio e tra loro rispetto al piccolo, anche in semplici giochi senza che si creino alleanze rigide tra madre e bambino o tra padre e bambino, escludendo l'altro genitore.
Ci si prepara a sostenere principalmente tre grandi cambiamenti:
nel rapporto con se stessi vanno emergendo nuove responsabilità. D'ora in poi non si crescerà più solo per se stessi ma lo si dovrà fare anche "nel nome del figlio". Questa nuova e piccola vita dipenderà totalmente da noi.
Il rapporto di coppia da diadico diviene triadico. Lo spazio relazionale si arricchisce di un "terzo" che determina l'assunzione di un nuovo ruolo da parte dei due partner: quello di padre e quello di madre. Il rapporto tra i due diverrà più articolato e complesso nella consapevolezza che l'equilibrio tra i due ruoli non deve mai vacillare (né i confini sfumare). E' importante che entrambe i genitori sappiano interagire con il proprio figlio e tra loro rispetto al piccolo, anche in semplici giochi senza che si creino alleanze rigide tra madre e bambino o tra padre e bambino, escludendo l'altro genitore.
Infine
nel rapporto con la propria famiglia d'origine vanno
rimodulati gli assetti relazionali. D'ora in poi non si è più solo
figli ma anche genitori a propria volta. Tale passaggio evolutivo
richiede nuovi "spazi di manovra" in quanto ad autonomia e
maturità.
Attenzione a non trasformare l'autoesplorazone in un'occasione per farvi travolgere dall'ansia! Consapevolezza del cambiamento è accettazione, dunque maggior serenità, non aumento di pensieri e di dubbi. Ponetevi le domande giuste, ad esempio "quali sono le qualità che ho e che mi permetteranno di svolgere il ruolo di padre?" "qual è il mio ideale di padre?" "quali sono i compiti di un padre e quelli di una madre?", e non "fallirò?" oppure "sarò preparato?".
Una consapevolezza fondamentale che tutti i neopadri dovrebbero avere è relativa al fatto che ci sono due modi in cui si impara ad essere papà: per prove ed errori e per imitazione.
Nel primo caso si impara facendolo, perciò lo sbaglio sarà inevitabile!
Preparatevi a farvi grasse risate con gli amici e con i vostri cari sugli sbagli che farete...l'ironia è un valido alleato in questi casi!
Inoltre, ricordiamoci che in noi c'è uno schema ben preciso di padre, il quale è impresso dentro di noi perchè abbiamo memorizzato come siamo stati trattati da nostro padre. Questo imprinting sarà provvidenziale nella maggior parte dei casi, consideriamo però che la situazione in cui nostro padre ci ha accuditi e cresciuti ha delle variabili ben diverse dalla nostra (un'altra compagna, altri spazi, altra società, altro lavoro, altri bisogni, altre risorse), dunque sarà bene adattare alcune modalità operative alle reali necessità di vostro figlio e della vostra famiglia.
Vorrei aggiungere anche che nel ruolo di genitore non ci sono regole precise, basterà essere amorevoli, disponibili e spontanei e vostro figlio sarà davvero fortunato ad avervi come genitore!!
Siete emozionati? Bene! Vi consiglio di non nasconderlo. Non è più come un tempo in cui l'uomo doveva mantenere una certa freddezza per conservare la propria mascolinità. Un uomo rimane tale anche se si lascia scappare qualche lacrima, anche se parla delle proprie emozioni non perde la propria virilità, anzi, mostrerà maturità e coraggio.
Essere
padre è un’idea, è crescita ed arricchimento, un’esperienza, un’avventura, un emozionante viaggio...tanti cari auguri a tutti coloro che stanno per partire, in particolare a mio fratello W!!
Fonte: www.gravidanzaonline.it , www.humantrainer.com , www.davidealgeri.com
Fonte: www.gravidanzaonline.it , www.humantrainer.com , www.davidealgeri.com
Nessun commento:
Posta un commento