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lunedì 24 agosto 2015

Il Pensiero Positivo insegnato dagli animali

Pensiero positivo
Il termine “pensiero positivo” si riferisce ad una scuola di pensiero che sostiene il vantaggio di allineare la mente a uno stato di positività, lavorando sulle proprie convinzioni, creando sempre nuovi pensieri ottimisti, affrontando con fiducia la propria esperienza di vita al fine di raggiungere il benessere psicofisico. 

Secondo questa filosofia, i pensieri sono materia viva e creativa, sulla quale abbiamo ampia possibilità d’intervento.

La tecnica principale attraverso cui il pensiero positivo è messo in atto è costituita dalle "affermazioni", cioè frasi che contengono in sé le caratteristiche mentali, fisiche e spirituali che l'individuo desidera possedere oppure gli eventi che desidera che accadano. Le affermazioni possono essere pronunciate ad alta voce, pensate o anche cantate, portando così attraverso questa costante ripetizione a una lenta riprogrammazione della mente non conscia.

Ci sono delle affermazioni che preferisco più di altre, frasi che spesso ritornano nelle sedute con i miei pazienti, ma anche nella mia vita privata e in quella dei miei cari.
Eccole qui di seguito:

  1. Viviamo nel qui ed ora
  2. Apprezziamo fino in fondo ogni piccolo piacere della vita
  3. Esprimiamo le nostre emozioni
  4. Proviamo ad essere flessibili
  5. Riflettiamo e agiamo con calma
Gli animali sono dei veri e propri geni nel mettere in atto strategie utili alla propria sopravvivenza.
La cosa interessante sta nel fatto che alcuni di loro utilizzano dei trucchetti che si rifanno proprio alle affermazioni sopracitate!
Eccovi alcuni esempi:
Tempo fa ho letto un articolo che parlava di una ricerca svolta sui corpi di zebre e di gazzelle trovati deceduti nella savana. E' stato scoperto che le gazzelle hanno un'alta possibilità di sviluppar l'ulcera gastrica, a differenza delle zebre. Come mai le zebre non sviluppano l'ulcera?
La risposta sta nella loro capacità di stare nel “qui ed ora”! Esse, a differenza delle gazzelle, non si preoccupano continuamente della possibilità di incontrare il leone: se lo vedono scappano e si nascondono, ma quando il percolo è passato...riprendono tranquillamente a fare ciò che stavano facendo, senza rimuginare sulla possibilità che arrivi un altro leone. Invece le gazzelle sono costantemente preoccupate, sempre sotto stress per la possibile minaccia costituita dai predatori, tanto da sviluppare un'ulcera da stress. Ringraziamo il prezioso esempio che ci fornisce la zebra, lei sì che sa mantenere un buon benessere psicofisico nonostante le avversità presenti nella sua vita!

Un altro animale che può insegnarci qualcosa è sicuramente il cane, lui che sa apprezzare fino in fondo ogni piccolo piacere della vita! Pensiamo a quando ci vede tornare a casa, magari dopo essere stati fuori anche solo un'ora, egli ci festeggia con vivacità come se non ci vedesse da giorni. Oppure pensiamo a quel cane cieco che si sporge con il naso dal finestrino dell'auto per assorbire odori e profumi. Com'è felice in quel momento, non gli importa per niente di non vedere! La gioia del cane è molto evidente anche nelle piccole cose, questa sua simpatica facoltà dipende anche dal fatto che egli è un animale sociale, che vive in branco e coopera, dunque ha bisogno di comunicare agli altri membri del gruppo cosa stia succedendo, dunque scodinzola, si attiva, si agita quando sta vivendo un buon momento! Proviamo anche noi a gioire delle piccole cose, saremo più spesso di buon umore e risulteremo anche più piacevoli agli altri....quasi contagiosi!

La terza affermazione riguarda l'utilità di esprimere emozioni. La nostra cultura tende ad insegnarci a non esprimere in pubblico le emozioni spiacevoli, per esempio siamo portati a trattenere le lacrime. Questo reprimere le sensazioni è sconveniente, ci opprime, ci rende pesante l'esistenza.
Lo sa bene l' elefante, che a causa dell'uomo, il quale lo sta perseguitando da centinaia d'anni uccidendolo per il suo avorio, o catturandolo per sfruttare la sua forza o impiegandolo come animale da circo, porta con sè dei ricordi atroci di sofferenza che non gli permetterebbero di sopravvivere se non avesse sviluppato una strategia adattiva tale da riuscire a sfogare il più possibile il proprio dolore. Essi sanno piangere, urlare dal dispiacere ma non solo, sanno esprimere il proprio cordoglio attraverso riti molto simili ai nostri funerali. Se per esempio un membro della famiglia muore, gli altri rimangono per giorni attorno a lui annusandolo e toccandolo con la proboscide, a volte ricoprendolo di terra. Gli elefanti ci insegnano che è molto importante prenderci il tempo che ci serve per elaborare i nostri dispiaceri, riconoscendoli ed esprimendoli come desideriamo. Staremo molto meglio dopo.

Vorrei parlarvi ora degli scoiattoli. Loro che hanno sempre un "piano b"! Sono davvero degli esserini ingegnosi! Per esempio non nascondono mai il loro cibo in un posto solo, per non rischiare furti o perdite dovute al maltempo, scavano qua e là disseminando ghiande e noci in vari punti per essere sicuri di non rimanere senza. Poi non hanno una sola tana, ne costruiscono diverse per non trovarsi impreparati se qualche altro animale approfittatore dovesse appropriarsi della sua casa. E poi ancora, hanno mille modi di aprire noci e semi vari, usano la propria coda come strumento per proteggersi e a volte per difendersi. Anche noi dovremmo adottare la strategia della flessibilità, la capacità di adattarci alle situazioni, riconoscere che in ogni crisi c'è la possibilità di un nuovo inizio!

L'ultimo consiglio ce lo danno i calmi e riflessivi asinelli. La maggior parte degli asini proviene dalle regioni montuose africane, e in montagna anche un solo piccolo passo falso può farti cadere giù.
La cosa migliore che possiamo imparare da loro è proprio la loro forza di carattere: essi si fermano a pensare e non si lasciano consigliare da nessuno, riflettono e non si lanciano nelle situazioni a capofitto, non si muovono finchè non si sentono sicuri. Questo presuppone coraggio e fiducia in se stessi.

Buona vita serena a tutti!


Fonti: "La strategia dello scoiattolo" di E. Schirrmacher, quanticmagazine.com 


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