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lunedì 17 ottobre 2011

Una nazione depressa

Di Susanna Raule

La psicologia, checché se ne dica, serve a tante cose. Una di queste è capire. E sarete d'accordo con me, quando dico che sull'Italia c'è molto da capire.

Quindi, osserviamo la nostra nazione con uno sguardo psicologico. Non serve una psicologia comlessa, bastano le basi, quegli esperimenti minimali che ti fanno studiare al primo anno di università, i cui risultati sono così ampliamente prevedibili da risultare quasi inutili.

Iniziamo con un concetto base della psicologia comportamentale: l'abituazione. L'abituazione indica la riduzione dell'intensità di risposta a uno stimolo esterno presentato più volte.

Esempio. Ti faccio "Buh!" mentre sei sovrappensiero e tu fai un salto di due metri. Te lo faccio ancora e ancora e ti prendo sempre meno alla sprovvista, tanto che alla fine non ti volti nemmeno.

Un altro concetto abbastanza basilare in ambito cognitivo-comportamentale è quello di impotenza appresa.

Ve lo racconto usando il classico esperimento di Seligman, che poi ha usato questo concetto per spiegare la depressione.

Prima di Seligman, Solomon aveva fatto questo allegro esperimento con i cani: dei cani venivano messi un una gabbia divisa a metà. Una metà era elettrificata, l'altra metà no (skippate la parte dell'indignazione per i cani, ok?). I cani imparavano velocemente a saltare da una metà all'altra. C'erano altri sistemi. Ai cani poteva essere fornita una leva, da premere col naso, per far cessare l'elettricità. Anche in questo caso, i cani imparavano subito a premerla.

Seligman ha fatto questo stesso esperimento, ma con una variante: un gruppo di cani aveva la leva e poteva interrompere l'elettricità, l'altro gruppo no, e se la prendeva tutta e basta.

In seguito, i due gruppi sono stati messi in una gabbia divisa a metà, come nell'esperimento di Solomon.

I cani che avevano avuto la leva a disposizione, imparavano subito a saltare nella metà di gabbia non elettrificata. Quelli che non avevano avuto la leva, se ne stavano semplicemente lì, e se la prendevano tutta anche se avrebbero potuto evitarlo.

Ora, noi italiani, negli scorsi decenni, abbiamo subito pressapoco lo stesso esperimento.

I nostri politici ne fanno di grosse, di sempre più grosse, ma noi, per abituazione, non ci facciamo quasi più caso. Ed è praticamente inevitabile: è la natura umana. E poi, uno deve accorgersene, per evitare coscientemente di abituarsi a qualcosa.

Anche con l'impotenza appresa funziona così. Quando non ci sono altre soluzioni, non riesci più a vederle neanche se le hai davanti agli occhi.

Gli esseri umani sono fatti così. Sempre Seligman, nel corso dei suoi molti esperimenti sull'impotenza appresa negli uomini, si è reso conto che solo una microscopica percentuale di soggetti, messi di fronte a un compito impossibile, continuava a provare. Chiamateli gli inguaribili ottimisti, se volete. Tutti gli altri, dopo un po', rinunciano.

Ecco, è evidente che noi italiani non siamo inguaribili ottimisti, perché abbiamo rinunciato - e più o meno nelle percentuali prevedibili, cioè a grande maggioranza.

Ma è bene essere consapevoli di questo: non abbiamo rinunciato senza motivi. Abbiamo rinunciato perché, come i cani di cui sopra, abbiamo imparato. Quindi, per abituazione e impotenza appresa.

Come in un esperimento cognitivo-comportamentale semplice-seplice, da primo anno dell'università.

http://sraule.splinder.com/post/25670386/una-nazione-depressa
Foto:  www.google.it/imgres

2 commenti:

  1. Molto interessante. Ma forse la "non reazione" è dovuta anche ad altri fattori...Nel caso menzionato e cioè quello relativo a noi italiani come popolo, vi è stato un processo storico che ci ha portati a pensare che la politica sia morta e che quindi scegliendo o una parte o l'altra l'equazione non cambia.Per cui la maggioranza pensa:" Perchè indignarsi per qualcosa che non cambierà mai?"
    Che dire...speriamo nelle nuove generazioni...forse affronteranno in modo diverso l'argomento. Forse vedranno qualcosa che noi non vediamo...

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  2. Già, ma questa è eattamente l'impotenza appresa. " Perchè indignarsi per qualcosa che non cambierà mai?" corrisponde al guaito e all'immobilità dei cani di Solomon, Seligman, ecc..
    Si sa che Solomon, anche per le pressioni da parte dialtri psicologi, inorriditi dalla crudeltà i questi esperimenti, provò a far uscire i cani da questa sindrome: li prendeva di peso e li portava nella zona della gabbia dove non c'era corrente. Gli ci volevano decine di ripetizioni, a volte centinaia, prima che i cani riacquistassero il comportamento "corretto".
    Allora, quale processo storico dovremo mettere in moto per ritornare ad essere attivi?
    Mario

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